mercoledì 27 marzo 2019

LA 3C A NAPOLI!

Pronti, partenza, via! Il viaggio ha inizio il 13 marzo su un Frecciarossa 1000 che ci conduce nel cuore di Napoli! Le visite previste subito dopo aver depositato i bagagli in hotel sono presso la Cappella San Severo, dove è custodito il Cristo Velato, oltre a inquietanti scheletri pietrificati e un pavimento a mosaico riccamente decorato.







Dopodiché ci rechiamo al chiostro di Santa Marta, con le sue straordinarie maioliche... e già che ci siamo riusciamo a soffermarci sulla parte antica del capoluogo campano, esplorando San Gregorio Armeno (la via dei presepi) e Spaccanapoli.




I ragazzi di 3 C si rivelano buongustai e desiderosi non soltanto di assaggiare alcune prelibatezze locali, ma anche di sorseggiare il caffè partenopeo (eppure non ne avevano affatto bisogno...)







A Napoli anche la metropolitana ha il suo fascino (vedi fermate come Toledo, inondata di azzurro e color sabbia): peccato che sia "leggermente" affollata...


Dunque, la mattina successiva, ci affidiamo a un pulmino tutto per noi. Destinazione: reggia di Caserta! Durante il tragitto osserviamo dai finestrini alcuni importanti quartieri della città, come il Rione Sanità.







La settecentesca reggia non può che lasciare tutti a bocca aperta... siccome la stanchezza inizia a farsi sentire, è il momento di mettere qualcosa sotto i denti. C'è chi opta per la pizza a portafoglio e chi per il cuoppo.



Museo di Capodimonte o Cimitero delle Fontanelle? Nel dubbio, dopo mangiato, ci dirigiamo al Museo Archeologico, con il suo "gabinetto privato", non senza qualche imprevisto, di natura ornitologica, che colpisce "dall'alto"!



Il clima, che in mattinata era un po' incerto, migliora, permettendoci di compiere una lunga passeggiata verso Piazza del Plebiscito, il lungomare Caracciolo e Castel dell'Ovo, dove ci godiamo il tramonto.



Ma la parte più avventurosa deve ancora arrivare: il giorno seguente, armati di torce e candele, scendiamo nella Napoli Sotterranea, tra cimeli bellici, cunicoli strettissimi, coltivazioni di fiori e basilico nonché misteriose leggende, per poi sbucare nell'antico teatro Romano, che fino a poco tempo fa era... la casa di una vecchietta! Spostando il suo letto si trova una botola, sotto alla quale... ci attende l'ennesima sorpresa!







Ormai la nostra gita volge al termine e non ci resta che rispondere a un'ultima domanda: sfoglia o riccia?

Ciao Napoli, ci mancherai!





lunedì 18 marzo 2019

"L'amico ritrovato" di Uhlman


BREVE TRAMA:
Il libro narra la storia di un’amicizia tra due sedicenni: Hans,il protagonista della storia e un suo compagno di classe Konradin Von Hohenself.
Konradin appare come un ragazzo sicuro nel portamento, composto nel modo di camminare e con un atteggiamento altezzoso tale da sembrare un adulto, a differenza sua Hans è un ragazzo impacciato, tanto da rendersi conto di essere completamente diverso dal quel ragazzo biondo.
E’ timido e insicuro, ha le mani tozze e goffe sempre macchiate d’inchiostro a differenza di quelle di Konradin che sono bianche, pulite e curate. Ma qualunque cosa lui possieda è curata.
Dopo vario tempo i due ragazzi frequentandosi imparano a conoscersi.
Hans invita spesso Konradin a casa sua e quest’ultimo contraccambia i suoi inviti per far vedere che ci tiene alla loro amicizia, evitando però di farsi vedere in compagnia del ragazzo di origine ebrea dai suoi genitori; ci sarà anche un episodio che farà capire l’odio di uno dei due per gli ebrei, cosicché Kondradin dovrà rivelare ad Hans il modo di valutare gli ebrei da parte dei genitori.


PERSONAGGIO CHE MI E’ PIACIUTO DI PIU’:
Non saprei sinceramente dire qual è il personaggio che mi ha colpito maggiormente perché Hans è un ragazzo solitario ed intelligente che si pone delle domande importanti e profonde nella sua vita, e darebbe addirittura la vita per un amico, Konradin non ha molti amici, però a differenza di Hans nel comportamento ha qualcosa di veramente speciale, quindi io direi che mi hanno colpito entrambi.


FRASI CHE MI SONO PIACIUTE DI PIU’:

1)“Per la prima volta mi resi conto della mia infinita piccolezza e del fatto che la nostra terra non era altro che un sassolino su una spiaggia dove, di sassolini, ne esistevano un milione.”

2)“Non è facile essere all’altezza del tuo concetto di amicizia!
Ti aspetti troppo dai comuni mortali, mio caro Hans.”

3)”Ho esitato un po’ prima di scrivere che avrei dato volentieri la vita per un amico
…Ma sono convinto che si trattasse di un’esagerazione e che non solo sarei stato pronto a morire per un amico, ma l’avrei fatto quasi con gioia.”


COMMENTO PERSONALE:
A parer mio il modo in cui l’autore usa il flash-back può significare  che nell’età dell’adolescenza ci possono essere dubbi, incomprensioni, incertezze, timori e paure.


Nicolò B.


sabato 16 marzo 2019

"La fattoria degli animali" di Orwell


AUTORE: George Orwell

CASA EDITRICE: Mondadori

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1945

BREVE TRAMA: In una fattoria inglese del XX secolo gli animali attuarono una rivoluzione data la mal gestione del loro fattore. Ma la loro libertà era apparente: I maiali, che erano gli animali più astuti, presero il comando migliorando così solo le loro condizioni e sfruttando sino alla morte i loro “compagni”. Infine gli animali capirono che non c’era alcuna differenza fra gli esseri umani e i maiali.


PERSONAGGIO CHE MI HA COLPITO DI PIÙ:
Il personaggio che mi ha colpito maggiormente è Gondrano. Mi ha stupito la sua forza e la sua determinazione per il lavoro, per la sua fiducia assoluta verso Napoleon. È stato molto triste sapere che dopo tutto il suo servizio viene ripagato spudoratamente con il macello.

FRASI PIÙ SIGNIFICATIVE:
Animali d’Inghilterra era stato abolito. Da quel momento era vietato cantarla.”

“Quattro gambe, buono; due gambe, meglio!”

“Tutti gli animali sono uguali; ma alcuni animali sono più uguali degli altri”

“Lavoravano con attenzione, quasi senza osar di alzare la testa da terra, non sapendo se avevano più paura dei maiali o dei visitatori umani.”

COMMENTO PERSONALE: Di questo libro mi ha affascinato come Orwell sia riuscito a riportare un fatto storico così significativo, quale la rivoluzione russa e il dominio di Stalin, in un testo che riuscirebbe a capire persino un bambino, anche se con significati e simboli che non riuscirebbe a cogliere. Mi ha impressionato la facilità con cui Napoleon sia salito al comando e il suo potere di cambiare le regole a suo piacere senza nessuna conseguenza. È un libro breve, scritto in maniera scorrevole, per cui lo consiglio anche a chi ha poco tempo da dedicare alla lettura.


Lorenzo D.

"La notte" di Wiesel


Titolo del libro: La notte
Autore: Elie Wiesel    
Casa editrice: la Giuntina
Anno di pubblicazione: 1958

Breve trama del libro (senza svelare il finale!):
Il libro racconta la storia di un ragazzo deportato ad Auschwitz assieme al padre. Racconta l'orrore vissuto, la sofferenza, la lotta quotidiana e disumana contro fame, botte, fatica, il rapporto con il padre, non facile in un simile ambiente.
 
Wiesel, settimo da sinistra del secondo ripiano dal basso
Breve descrizione del personaggio che ti ha colpito maggiormente:
Il personaggio che mi ha colpito maggiormente è Eliezer: anche se la sua coscienza e le persone accanto a lui li dicono di non aiutare suo padre ma di pensare a se stesso, lui continua ad aiutarlo e a proteggerlo.

Frase o passaggi che ti sono piaciuti di più:
“Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.”
                                                                         
Commento personale:
Il libro, anche se non molto lungo, è davvero toccante e ci coinvolge non solo perché testimone di un tale orrore, ma anche per il fatto di avere i pensieri di un ragazzo che cerca di vivere in quel inferno. Una delle domande ricorrenti del libro è proprio quella: dove è Dio quando un bambino viene ucciso? Quando un padre viene fucilato di fronte al suo figlio? Quando qualcuno muore per la fame e la stanchezza? Una domanda alla quale è difficile trovare una risposta.

Lorenzo N.

lunedì 11 marzo 2019

"Un sacchetto di biglie" di Joffo


TITOLO: Un sacchetto di biglie 
AUTORE: Joseph Joffo 
CASA EDITRICE: Sansoni per la scuola

BREVE TRAMA: Il libro è un racconto autobiografico dell’autore. Egli racconta delle avventure vissute in tutta la Francia con il fratello Maurice. I due fratelli sono costretti a scappare da Parigi perché essendo ebrei vengono perseguitati dai tedeschi. Lo scopo del viaggio è quello di raggiungere la “terra liberata” a sud della Francia, dove si trovano i due fratelli maggiori: Albert e Henry. Il viaggio ha inizio con la salita sul treno diretto a Mentone. Saliti sul mezzo però, i due fratelli vengono sorpresi da due SS che chiedono i loro documenti, per accertarsi che i passeggeri non siano ebrei. Fortunatamente i due, grazie a dei documenti falsi, superano i controlli e raggiungono i fratelli maggiori. A Mentone trovano rifugio insieme con i fratelli. Joseph trova lavoro come aiutante di un contadino mentre Maurice come panettiere. In seguito i genitori vengono arrestati e portati in un campo in attesa della deportazione. Henry, uno dei fratelli maggiori, decide di raggiungere i genitori, e cerca di liberarli. Intanto Albert iscrive alla scuola del paese i due ragazzi. Dopo una lunga attesa i genitori vengono liberati e in seguito si trasferiscono a Nizza. Ancora una volta i quattro fratelli si ritrovano a scappare. Essendo parrucchieri, Albert e Henry vengono chiamati dai nazisti. I quattro decidono di andare dai genitori a Nizza. Con la caduta del governo di Mussolini, i soldati italiani che si trovavano a Nizza vengono sostituiti da quelli tedeschi. Nemmeno Nizza è più sicura, così i due bambini sono ancora una volta costretti a scappare. La famiglia riuscirà a riunirsi?

 PERSONAGGIO CHE PREFERISCO: I personaggi che preferisco sono sicuramente i due bambini perché nonostante siano piccoli e indifesi danno ascolto ai genitori anche se hanno paura, perché ammettiamolo, tutti avevano paura. 

COMMENTO PERSONALE: Questo libro mi è piaciuto molto perché secondo me i libri scritti durante la seconda guerra mondiale sono molto utili. Non sono i soliti testi scolastici che leggiamo a scuola, ma sicuramente non è come ascoltare la storia di uno dei pochi sopravvissuti. Però questi libri testimoniano tutto ciò che le persone hanno fatto per provare a sfuggire dai tedeschi. Ognuno con la propria storia.

Letizia C.

giovedì 31 gennaio 2019

"1984" di Orwell


AUTORE: George Orwell

CASA EDITRICE: Mondadori

EDIZIONE: 2018

FRASI CHE MI SONO PIACIUTE DI PIÙ:
1  Ma tutto era a posto adesso, tutto era a posto, la lotta era finita. Era riuscito a trionfare su se stesso. Era riuscito ad amare il Grande Fratello.

     Il volto del Grande Fratello gli s’infiltrò nella mente, spodestando quello di O’Brien. Come aveva fatto qualche giorno prima, Winston tirò fuori dalla tasca una moneta e la guardò. Quel volto prese a fissarlo, energico, calmo, rassicurante. Ma che tipo di sorriso si celava sotto i baffi neri? Come un greve rintocco, gli risuonarono nella mente le parole:

LA GUERRA È PACE

LA LIBERTA È SCHIAVITÙ

L’IGNORANZA È FORZA

PERSONAGGIO PREFERITO: O’Brien
Sicuramente non ho scelto lui per la bravura o simpatia, ma per l’incredibile legame che ha con Winston (il protagonista) e neanche alla fine si capisce se è indotto o involontario: per me è stato il grande mistero di questo libro.
O’Brien, oltre ad avere la capacità di essere in sintonia con Winston,  riesce a interpretare perfettamente il ruolo dell’esempio perfetto di ortodossia.

TRAMA:
Winston lavora al Ministero della Verità, un luogo dalla forma piramidale che si occupa di cambiare la storia, attraverso un semplicissimo metodo: la falsificazione continua dell’unico giornale esistente. Winston è l’unico che sembra accorgersi di quello che sta accadendo, mentre gli altri membri del partito lavorano, eseguono e vivono una vita senza gioie o svaghi; il loro unico scopo è amare il Grande Fratello, figura mistica che capeggia il Partito.
In un’esistenza in cui sembra che l’ignoranza viga da padrona, soltanto la tenue speranza di una ribellione tiene in vita tutte queste persone, che piuttosto di cadere nel controllo totale del Partito, rischiano ogni giorno la propria vita.






COMMENTO PERSONALE:
Credo esistano due letture per questo capolavoro letterario:
una è quella classica, di una persona che si immedesima in un personaggio e legge le righe pensando al fulcro dell’azione.
La seconda invece, è pensare con la mente di George Orwell, una semplicissima persona degli anni quaranta, che con  l’avventare della tecnologia e allo stesso tempo vedere gli stati del patto di Praga avvicinarsi al loro massimo splendore, non riesce più a capire se immaginare un avvenire florido o totalitario per il proprio figlio.
Ormai solo un pazzo immagina il futuro come l’autore di questo libro, ma è interessante pensare come l’angoscia per un mondo quasi irreale, sia riuscita a creare un qualcosa di così vivido e, sotto un certo aspetto, vicino ai nostri tempi.

Filippo P.